lunedì 29 agosto 2022

Il manicomio: l'altra verità di Alda Merini

 Il manicomio: l'altra verità di Alda Merini 


"... diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un'ambulanza. Ancora nel 1965 la donna era soggetta all'uomo e l'uomo poteva prendere delle decisioni per ciò che riguardava il suo avvenire. Fui quindi internata a mia insaputa, e io nemmeno sapevo dell'esistenza degli ospedali psichiatrici perché non li avevo mai veduti, ma credo che impazzii sul momento stesso in quanto mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto molta fatica ad uscire". 

E' l'ingresso in manicomio per #AldaMerini, la poetessa di impareggiabile valore che noi tutti conosciamo. Tra le pagine del suo libro L'altra verità si condensa l'orrore vissuto nei lunghi anni - dieci - trascorsi in quel carcere per innocenti che è il manicomio, dove l'umanità soccombe vittima di trattamenti farmacologici distruttivi il cui culmine è l'elettroshock. 

Come se ciò non bastasse Alda patisce il tradimento di chi avrebbe dovuta amarla: è il marito a farla ricoverare. Di questo lei è pienamente consapevole sin dal principio. Non fu la sola a subire questo trattamento. È una liberazione da coniugi o parenti sgraditi "pulita" perché trova il favore delle leggi del tempo. Impossibile tornare alla vita senza portare per sempre lacerazioni nell'anima, ma persino in quella geenna la potenza creativa di Alda emerge. Scriverà poesie per i suoi compagni di sofferenze, e persino un nuovo sfortunato amore si farà spazio tra quattro mura. Non è solo la descrizione di un incubo. È anche la costruzione della forza di una donna che solo una cosa non ha saputo fare: arrendersi

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