lunedì 24 novembre 2014

Carroccio del vincitore

Qualcuno si meraviglia e non riesce a comprendere come Matteo Salvini abbia potuto portare così tanti voti dalla sua parte. Io dico invece che non c'è da stupirsi del successo (così lo definiscono in queste ore) della Lega alle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria.
E non solo non mi stupisco ma dico, anzi, che questo risultato è a dir poco fisiologico in un'Italia ridotta in questo stato. 
La crisi economica e in generale la mancanza di risorse porta a radicalizzare le posizioni, anche quelle delle persone solitamente più equilibrate. 
Un tempo la Lega faceva incetta di voti solo al Nord, ma ciò non poteva bastare per vincere davvero, nonostante i leghisti si vantassero di avere dalla loro le Regioni più ricche. Oggi, il malcontento si è "spalmato" in tutte le Regioni d'Italia, per cui anche la rabbia è più facilmente sfruttabile di un tempo, e i Leghisti hanno potuto guadagnare consensi laddove prima non si sarebbero sognati neanche di presentarsi. 
Il tam tam mediatico del periodo precedente le elezioni, durante il quale non si è fatto che mostrare gente infuriata che riversava la propria rabbia contro gli immigrati, è stato la miglior campagna elettorale per il secondo Matteo d'Italia, che indubbiamente ambisce a diventare il primo. 
Viene da chiedersi se tutto ciò da parte dei mass media sia stato scientemente architettato, o se questo sia un risultato non voluto del quale qualcuno si starà forse già pentendo.
Una cosa è certa. Salvini dovrà studiare molto ora. Dovrà impegnarsi per fare in modo che il suo partito diventi ancor più un partito nazionale, e non destinato principalmente a una sola parte d'Italia. Per ottenere questo dovrà necessariamente abbandonare vecchi slogan e in qualche modo reinventarsi e rendersi più presentabile agli occhi di tutti. Dovrà diventare meno intollerante e tagliente e dovrà far dimenticare agli italiani chi furono i suoi predecessori.
In un certo qual modo dovrà snaturarsi e rinunciare alla natura "divisoria" della Lega. O il carroccio della Lega non andrà da nessuna parte. Solo a scatafascio.

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