venerdì 26 gennaio 2018

Il treno dei desideri



Stamattina sveglia alle 5 come sempre per arrivare puntuale a lavoro. Otto ore davanti al pc, tra le carte e il borbottio lamentoso della stampante, che russa e ogni tanto si risveglia per mangiare carta.
Da una vita mi dicono che se non vuoi fare la fine del perdente non puoi permetterti di rimanere indietro o fermarti, né tantomeno lasciare che qualcuno ti superi. Ci sono occasioni da stringere al volo, attimi  da cogliere, treni da non perdere per non stravolgere il proprio futuro. Così ho passato la vita a pianificare, catalogando sogni in base a scale di priorità; ne ho realizzato alcuni e riposto per sempre in naftalina altri. Ho corso, ho zoppicato, ho strisciato ma non sono stata ferma mai, senza lamentarmi, perché d'altronde questa è la vita. Fare anche quello che non ci piace e che ci stanca, per ottenere altro. Oggi ad esempio avrei voluto starmene al caldo a casa, anziché correre per inseguire un treno. La corsa è il prezzo per tornare a casa, tra le cose che ho accumulato, i libri letti, la polvere che non sono riuscita a togliere, le voci che scaldano il cuore. Eccolo, il treno. Ce l'ho fatta! Un rapido sguardo alla copertina del libro che ho comprato ieri ma solo a quella, prima che il treno impazzisse, prima che il ferro stridesse, prima che pezzi di vetro e lamiera mi portassero altrove. Così sono arrivata qui, dove i treni passano di continuo senza tabelle orario. Non ci sono nemmeno controllori e solo ora ho capito che è inutile correre: non si può rimandare l'appuntamento non programmato con il destino, e un treno è troppo piccolo per contenere i desideri  

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