martedì 19 aprile 2016

L'uomo che pretendeva di votare il giorno dopo del Referedum sulle trivelle



"Vi prego, apriteee!", urlò disperatamente l'uomo davanti alla scuola. Un portone sbarrato, davanti a lui.
"Chi è?", rispose il bidello dall'interno con voce diffidente.
"Sono un cittadino che vuole esercitare il proprio diritto al voto!".
"Cosa?", domandò il bidello, quasi sicuro di non aver capito bene. E, in un raro quanto risicato slancio di fiducia, aprì leggermente il portone per sbirciare il suo interlocutore da una fessura.
"Voglio votare! Ho la tessera!", disse l'uomo mentre sventolava la tessera elettorale con le mani colpite da un tremore senza precedenti. Sembrava che avesse usato il martello pneumatico per 48 ore di fila.
"Le votazioni erano ieri, è finito tutto", disse il bidello, con una solennità che non lasciava speranza.
"Nooo, nooo, io voglio votareee! Mi sono pentito!".
"Pentito? E' perché? Non ci poteva pensare bene prima a quello che voleva fare?".
"No, ma io ero convinto, ma ora non ce la faccio più. E' da ieri che su Facebook mi trattano peggio di uno che ha commesso crimini di guerra, peggio di un appestato, e mi dicono che son deficiente, che non ho capito un accidente e che non sono democratico. E che non tengo all'ambiente" raccontò, con le lacrime agli occhi.
"E lei ce l'ha un cervello per ragionare con la sua testa e fregarsene di quello che dicono gli altri?".
"Sì, ce l'ho, ma oggi è accaduto l'irreparabile".
"Ih, e cosa le è successo?".
"Mia moglie...". Non riuscì a finire la frase. Piangeva come un bambino.
"Che cos'ha fatto sua moglie?".
"Mia moglie... E' scappata. Mi ha lasciato un biglietto. Ha scritto che non sono democratico, che avrei dovuto votare sì... E alla moglie del vicino di casa il marito ha lasciato lo stesso biglietto. Lei ha votato no. Lui sì? Capisce?".
"Ehm, e quindi?".
"E quindi sono scappati insieme, mia moglie e il vicino di casa. Hanno scritto che sarebbero andati lontano da qui, lontano dalle trivelle perché noi non siamo ambientalisti, e stiamo inquinando il mare, facendo gli interessi delle compagnie petrolifere. Ma lei pensi, gli interessi delle compagnie petrolifere a me, che mi ero anche comprato la macchina elettrica dando fondo ai miei risparmi... E ora se ne scappa col vicino, lei, mia moglie. Non ci posso credere, sono distrutto".
"La capisco, con tutto il cuore la farei votare ma oggi non è possibile".
"Ma io DEVO votare! Se voto sì e mando una foto della scheda elettorale a mia moglie, forse si convincerà a tornare...".
"Senta, lasci perdere. Per questa moglie, non c'è niente da fare. Ormai è andata".
"Come, per questa moglie? Ma cosa sta dicendo? Io di moglie ne ho solo una e quella voglio!".
"Senta, il voto, gli interessi delle compagnie petrolifere, il mare... Dia retta a me, sono tutte scuse. Quella aveva già messo gli occhi sul vicino e non aspettava altro per andarsene. Ora lei non può fare più nulla. Lo vede, è tutto vuoto qui. Non c'è più nessuno. Mancano le urne, gli scrutinatori e i carabinieri sono andati via. Le aule sono vuote".
"Nooo, non dica così, sono disperato! Come farò?".
"Ascolti, per l'ennesima volta glielo dico. Dia retta a me. Questa moglie non la rivedrà più, ma se mai se ne trova un'altra e non vuole altri problemi, non dica mai, ma dico mai, cos'ha votato! E' stato così per tanto tempo. Per le vecchie generazioni il voto era segreto. Adesso dovete dirlo a mogli, mariti, e pure pubblicarlo su Facebook. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso" concluse, non senza un velo di amarezza, perché anche lui, essendo un uomo di mondo, una certa esperienza in rompimenti di palle post elettorali ce l'aveva.
Qui termina la breve e sanguinosa tragedia dell'uomo che non aveva votato e che voleva votare il giorno dopo, ma siccome ogni storia ha una morale, quella di questa storia è presto detta: chi si fa i cazzi suoi, campa cent'anni. In periodo elettorale almeno 150. 170 se c'è il quorum:)




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