martedì 16 dicembre 2014

Perché tutti ce l'hanno con Benigni?

Argomento scottante di queste ultime ore.

Perché tutti se la prendono con Benigni per il suo cachet da capogiro e non se la prendono per lo stesso motivo e con la stessa veemenza con (nomi a caso) Fazio, Conti, Giletti e l’allegra combriccola del servizio pubblico?

Credo ci sia una spiegazione davvero semplice a tutto ciò.

Tutti ce l’hanno con Benigni, semplicemente perché lui è Benigni!

Da un personaggio come lui (o meglio da un personaggio tanto idealizzato come lui) ci si aspetta qualcosa di diverso, magari un colpo di scena inaspettato come la rinuncia volontaria al malloppo.
Senza colpo di scena non è più credibile, ora che mette sempre in mezzo Dio in tutto ciò che fa. Divina Commedia, Dieci Comandamenti…

Tanti valori egregiamente e poeticamente narrati per poi scoprire che alla fine il valore più consistente è quello che si metterà in tasca al termine dello spettacolo.

Questa faccenda dei soldi è troppo lontana dal piano divino e assai poco poetica.

Se da Conti o dalla Clerici ci si aspetta una conduzione più o meno decente e le giuste dosi di una ricetta, da Benigni ci si aspetta non messaggi salvifici ma fatti che possano far sperare davvero in un cambiamento.

D’ora in poi, per non prendercela così tanto a male bisognerà prendere atto del fatto che Benigni non sia un Santo ma semplicemente un grande artista. E come vale per tutti i grandi artisti, non per forza il personaggio che portano in scena deve corrispondere alla persona.

A prendere i soldi non è il Benigni personaggio ma il Benigni persona e anche lui come tanti alti sfrutta economicamente la sua popolarità senza preoccuparsi del fatto che in questo momento in Italia molti non mettano il tasca il becco di un quattrino.

Non ci arrabbieremo più se riusciremo a capire che il meraviglioso Benigni de La Vita è Bella, quello che ha commosso il mondo, altri non è che un Vespa vestito da angioletto.

E non cerchi di salvarsi in corner dicendo che i soldi li ha dati in beneficenza. Lui stesso pensò male della beneficenza quando disse:

“Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Hanno il senso di colpa per quello che rubano i mariti”.

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