Fino a ieri non avevo mai sentito parlare di Green Bank.
Si tratta di un paesino del West Virginia che conta appena 143 anime e che vanta la presenza del più grande telescopio al mondo.
Per permettere al telescopio di svolgere al meglio la sua funzione di esploratore dell'universo indisturbato, è necessario non interferire con dispositivi che generino anche la più minima radiazione elettromagnetica.
Questo comporta, per i cittadini di Green Bank, l'impossibilità di usare oggetti che ormai sono d'uso comune anche negli angoli più remoti della Terra.
Per fare esempi molto pratici, non possono usare cellulari né il wi-fi, ma nemmeno un più banale ventilatore a batteria. Qualsiasi diavoleria moderna potrebbe alterare i dati provenienti dal telescopio, per cui i cittadini sono soggetti a divieti e controlli stringenti.
Eppure, i pochi rimasti in paese, non si lamentano affatto della vita che conducono.
Dicono di avere più tempo per dedicarsi alle loro passioni, leggere libri e rinverdire l'estro creativo (che a dire il vero, molto spesso altrove viene ricoperto da una spessa coltre per dedicarsi al pc e a whatsapp).
Alcuni, addirittura si trasferiscono a Green Bank volontariamente per sfuggire alla loro "elettrosensibilità".
Che dire? Io mi ci trasferirei volentieri a Green Bank. Ci porterei le persone con cui per tutta la vita preferirei parlare vis-à-vis piuttosto che per telefono, e a quel punto non mi preoccuperei nemmeno di dover comunicare con il resto del mondo informatizzato e dotato di tecnologie.
Non ci sarebbe bisogno di connettersi continuamente ad internet per sapere qualunque cosa avvenga sotto il mio naso. Perché ormai è così. Ci costringono, ad essere connessi, per svolgere qualsiasi attività del vivere sociale.
Anche volendo, nel nostro mondo non puoi rifiutarti di "tecnologizzarti" perché la non-connessione è quasi un auto-esclusione.
Ma a Green Bank, si può. Green Bank, I love you!
Nessun commento:
Posta un commento