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mercoledì 11 febbraio 2015
Come vincere un concorso pubblico
ATTENZIONE: questo post è tendenzioso e smaccatamente ironico. Potenzialmente nocivo per aspiranti concorrenti ignari. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Leggere con prudenza.
Oggi vi voglio parlare di come si vince un concorso pubblico.
E' un argomento molto scottante. Proprio in questi giorni si parla tanto del fatto che agli idonei non vada giù il fatto di non venir assunti. Sei in graduatoria in un concorso a tempo indeterminato (ossia per tutta la vita, pressappoco a meno che tu non commetta un omicidio sul luogo di lavoro) ma non verrai mai chiamato. Se non vogliono te ma qualcun altro, piuttosto faranno un altro concorso e lo annulleranno finché non sarà fumata bianca. Habemus Papam. Il prescelto.
A qualcuno sembrerà cosa da poco, ma quando la vivi penso sia una vera tragedia umana. Bisogna fare tanta fatica per vincere un concorso a tempo indeterminato, e pure per risultare semplicemente idoneo, se non hai Santi in Paradiso. Diciamolo (anche se certe cose si pensano ma non si dicono).
Ecco perché voglio parlare di questo argomento.
Ogni concorso è una storia a sé e include le tante vicissitudini umane di chi in quel posto ci spera. Vincere un concorso è molto più che vincere al superenalotto, è molto più che laurearsi con corone d'alloro che rinsecchiscono ben presto.
Si tratta di un fenomeno sociologico. Ai concorsi c'è il cinquantenne che ha perso il lavoro e vorrebbe riabilitarsi agli occhi del mondo. C'è il giovane neolaureato ancora entusiasta per il traguardo raggiunto che crede di avere il mondo in mano fin quando la verità non appare lampante e terribile ai suoi occhi. C'è la neomamma che già immagina di lasciare il bebè ai nonni in caso di vittoria, perché ci sono troppe cose da pagare e la vincita di un concorso sarebbe garantire un futuro più roseo al pargolo. C'è quello che si è laureato da anni che spera sempre che quella sia la volta buona.
Ci sono tante speranze, e c'è pure chi finge di sperare avendo invece delle sicurezze in più. Il posto è tuo stavolta. Alcuni vincitori di concorso sono così sicuri che entrano in un'aula gelida di tensione come vulcani, euforici e scoppiettanti. Riescono a rompere il ghiaccio, fanno battute brillanti, chiedono il voto degli scritti agli altri. Magari sono al primo concorso e ci vanno tronfi. Vanno bene agli scritti, primi in assoluto, vanno bene all'orale e non aspettano che venga proclamato il vincitore.
"Ma come, non resti ad aspettare il risultato? Hai buone probabilità di vincere!".
"No, me ne vado. Ho fame.".
E se ne va a pranzare, l'infingardo, perché tanto già lo sa, e non può reggere la scenetta di far finta di esultare, perché è raccomandato, ma non si è formato agli Actors Studio di New York (44ma strada).
C'è chi, prima che vincesse, per farlo vincere gli hanno annullato il concorso dieci volte. Nessuno idoneo. Tutti prendono 18 anziché 21. Il concorso si rifa'.
Oppure, c'è qualcuno a cui, una volta vinto, gli scappa un "Hai ragione, è difficile studiare se non sai di vincere.". E ti vien da dire "Ma perché, tu lo sapevi?".
C'è pure chi vince da solo. Non c'era nessun altro idoneo agli scritti.
Ma ci sono pure i concorsi puliti. Quelli per cui in linea di massima nessuno si sporca le mani. Per esempio alcune graduatorie a tempo determinato. Chi può aspirare ad altro quelle le lascia agli altri.
E dunque, tornando alla domanda iniziale, come si vince un concorso pubblico?
La risposta è NON LO SO. Domani ne ho uno. SI SALVI CHI PUO'.
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