Nel settembre 2011 scrissi questa paginetta dedicata a uno dei più grandi amici della mia vita. Yary. Poco dopo mi lasciò e mi lasciò tanti bei ricordi e un dolore e un amore che non dimenticherò mai.
Non si tratta di un uomo. Probabilmente così avrete pensato. Yary non nacque uomo ma cane, e per nulla al mondo avrei desiderato che fosse un essere umano. Era perfetto così. Non gli si sarebbe potuto aggiungere un briciolo di umanità in più.
Ora ho un altro amico cane al mio fianco. Avevo paura che non sarei mai riuscita a provare un amore così forte, ma Yago, grande nemmeno quanto un gatto, è riuscito a occupare tutto lo spazio che c'era nel mio cuore. Non ha sostituito il mio vecchio amico e non lo farà mai perché ogni essere è diverso dall'altro, ma è riuscito a colmare un vuoto.
Nonostante questo, i vecchi amori non si dimenticano. Yari, ti dedico un'altra volta queste parole.
Il 21 settembre è accaduta una cosa che non avrei mai voluto accadesse al mio piccolo amico a quattro zampe. E' quasi certo che abbia avuto un attacco epilettico. Non voglio parlare di lui in maniera distaccata, ma parlare A lui.
D'altronde, io e te parliamo ogni giorno, piccolo amico mio. Tu per me sei un vero amico. Mi dai molto di più di quanto io possa dare a te. Piccola meraviglia di questo mondo, sei arrivato nella nostra casa e l'hai cambiata come fossi un terremoto. Ricordo tutto di te. Ricordo il primo momento in cui ti vidi e quando ti portai a fare una passeggiata, per dare il tempo ai tuoi vecchi padroni di andar via senza piangere. Ricordo che aspettavi ansiosamente che spuntassero di nuovo da quella porta da cui invece non sono più tornati per riprenderti. Devi aver sofferto tanto amico mio. Ti ribellavi con tutte le tue forze a noi, tanto che avevamo paura di toccarti e avvicinarci a te. Stavi rinchiuso nella tua cuccia da cui uscivi solo per ringhiarci contro. Morivi di solitudine e abbandono, le stesse cose che temo anch'io. E hai lottato strenuamente, facendo scioperi della fame e minacciando di buttarti giù dal balcone se mi fossi avvicinata di più. Sono tornata indietro sui miei passi, ho aspettato che qualcosa di me ti incuriosisse e che decidessi da solo di familiarizzare. Ho portato la tua cuccia nella mia camera per spiarti mentre dormivi, e tu facevi lo stesso, stando sempre all'erta.
Ho persino fatto qualcosa di cui, a pensarci ora, mi vergogno! Ho messo un paio dei miei calzini dentro la tua cuccia, affinché ti abituassi al mio odore, anche a quello più pestilenziale!
A poco a poco, a forza di sbirciarci a vicenda, ci siamo avvicinati sempre più, ed è nato un amore donna-cane di ineguagliabile portata! Mi vergogno per la malefatta del calzino, ma non mi vergogno a dirti questo. Piccolo cucciolo di cane, ti amo!
Ti amo perché non puoi parlare con parole comprensibili a me, ma mi dici tantissime cose con quegli occhioni grandi come bottoni neri in un visino dolce come la crema della quale porti il colore. Lo so, sono troppo sdolcinata; ma quando mi guardi fisso, dall'alto di quelle tue zampette storte, e dopo avermi osservato nel profondo per qualche interminabile secondo di silenzio pieno di parole canine, rompi il silenzio con un secco abbaiare che significa "Ascoltami!"... quando sei costretto ad essere severo con me perché non ti avevo capito... allora io ti adoro!
Scusami piccolo, vero amico peloso, per tutte le volte in cui non ti ho capito e per quelle in cui ho fatto finta di non capire che avevi bisogno, subito, di qualcosa . Perdonami se certe volte, nonostante tu mi chiamassi abbaiando forte, sono rimasta mollemente a letto continuando a dormire.
Sono imperdonabile. Dall'alto di quei 5 cm di altezza credo tu abbia capito tante cose di noi esseri umani. Siamo molto meno sensibili di voi; capiamo, o capisco (mi ci metto solo io nel mezzo), tante meno cose di voi. E averti per amico, Yarino mio, è una ricchezza inestimabile.
Mi stai insegnando tante cose, e il 21 settembre, quando ho creduto di perderti e ho urlato "No Yary, non morire!" me ne hai insegnato ancora tante, in pochi istanti. Istanti che sono tutto, che di colpo possono portare via un amico prezioso, non importa di che razza o specie sia. Ma tu sei ancora qui! Mi hai dato la possibilità di provare a capirti di più, di starti più vicina. Svegliarsi all'alba insieme a un amico come te, in fondo non è un sacrificio. Quando ti ho visto disteso a terra, occhi fissi e lingua penzoloni, io non volevo che te ne andassi. L'ho urlato, l'ho urlato, e sei rimasto! Ogni giorno è un dono, e comunque vada, so che la nostra amicizia e il nostro amore fraterno e canino, non finiranno mai! Grazie Yary!
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